Signal VS WhatsApp perché cambiare?
Dopo l’assalto a Capital Hill dei seguaci trumpiani, dopo la crisi di governo italiana in corso, questo 2021 ha già iniziato a far parlare di sé. Non potevamo farci mancare l’ennesima discussione sulla privacy. Quanto oggi i colossi dei Social Network capitanati da Zuckerberg, e colleghi di Google, siano bramosi di informazioni personali degli utenti.
Dal 15 maggio 2021, precedentemente previsto dall’8 febbraio, WhatsApp cambierà le sua normativa in materia di privacy, se non si accetteranno le nuove regole non si potrà più usare l’App di messaggistica. WhatsApp lo dice esplicitamente: d’ora in avanti tutti i dati e le informazioni prodotte dalle interazioni degli utenti, comprese quelle raccolte automaticamente potranno essere usate da Facebook e dalle aziende partner. Sono molte, globali e popolari come Instagram, Messenger, Thread, compresi i negozi Facebook e le aziende che gestiscono i diritti di Oculus, il visore e gli apparati per la Realtà virtuale, il business del futuro.
Il messaggio che sta arrivando a tutti gli utenti, sottolinea che in Europa i dati non saranno tracciati perché vige il GDPR: Il Regolamento Generale sulla protezione dei dati personali. In questi giorni sta avvenendo una vera e propria migrazione. Moltissimi utenti stanno lasciando la famosa app di messaggistica verde per un nuovo, (si fa per dire, la prima versione era del 2014) servizio: Signal.
Che cos’è Signal la nuova alternativa a WhatsApp?
Signal è un software libero e open source, sviluppato da Signal Foundation e da Signal Messenger LLC ed è rilasciato sotto licenza GPLv3. Impiega un protocollo di sicurezza denominato Signal Messaging Protocol; gli algoritmi di crittografia end-to-end (Curve25519, AES-256, HMAC-SHA256) rendono sicure le informazioni scambiate, quali audio, testo, file e video.
Gli utenti di una chat possono verificare autonomamente l’identità dei loro corrispondenti confrontando i rispettivi codici di sicurezza. Scongiurando così, l’accesso alla conversazione da parte di utenti non autorizzati (attacco MITM man in the middle).
Signal può essere utilizzata per inviare e ricevere messaggi privati e di gruppo, la propria posizione GPS, GIF animate, adesivi, allegati e messaggi multimediali. Può altresì sostituirsi all’applicazione di sistema per lo scambio di SMS e MMS.
Signal memorizza sui propri server unicamente il giorno in cui l’utente si connette al servizio, mentre le conversazioni e i file scambiati restano memorizzati sul dispositivo (PC o telefono).
È tuttavia possibile impostare un PIN che permetta all’utente, se lo desideri, di memorizzare sui server in forma crittografata il proprio profilo, i propri contatti e le impostazioni dell’app esclusivamente per funzioni di ripristino (per esempio, in caso di cambio telefono o reinstallazione).
L’applicazione, accessibile anche con sblocco tramite impronta digitale, consente di nascondere il mittente del messaggio inviato risultando identificabile soltanto dal destinatario.
(Fonte Wikipedia L’enciclopedia libera)
Il problema etico del “rubare informazioni per fare soldi”:
Io colosso social o/e servizio di messaggistica come divento milionario? Utilizzo le tue informazioni che immagazzino grazie al tracciamento delle tue ricerche online, messaggi e qualsiasi invio di foto, video, audio che effettui, per rimandarti con il famoso remarketing o retargeting, annunci a pagamento che sono affini alle tue ricerche, quindi ai tuoi gusti.
Questo è il problema etico di fondo: è giusto che una persona diventi così ricca tracciando ogni mia informazione che io scrivo online?
Per molti rubare le informazioni altrui è un’azione abbastanza disonesta. Soprattutto perché i mezzi attraverso i quali vengono rubate queste informazioni sono gratuiti e ludici e non presagiscono nessun uso illecito delle nostre informazioni. Chiaramente il problema non è ricevere le pubblicità targettizzate, perché sotto alcuni aspetti è anche utile, ma questo crea un flusso di denaro tale che da vita ad una vera è propria speculazione perché è solo un fronte a guadagnarci. È qui che nasce la polemica su WhatsApp si? WhatsApp no? Perché sostituirlo con Signal?
Andiamo subito a vedere qual è la differenza sostanziale tra i due e anche con le altre App più famose di messaggistica istantanea.
L’infografica sopra riportata ci mostra uno scenario evidentemente sconvolgente soprattutto per quanto riguarda l’uso dei nostri dati fatto da Messenger. Non vogliamo essere pignoli, ma non a caso Messenger è l’App di messaggistica nativa Facebook. Come possiamo notare Signal ci tiene moltissimo alla privacy degli utenti e utilizza la crittografia alla perfezione.
Messenger diciamo che per Facebook non ha nessun segreto, quanto meno gli utenti che la usano. Informazioni finanziare, foto, localizzazione, statistiche di utilizzo, informazioni sanitarie sulla salute degli utenti e molto altro. Tutto questo utilizzato e sfruttato da terzi oltre che da Facebook naturalmente, per targettizzare i prodotti da mostrare, da Analytics, per influenzare l’uso dell’App e per tanto altro.
WhatsApp non essendo nativa ma comunque di proprietà di Facebook da alcuni anni, dal 15 maggio prenderà la stessa strada di Messenger e tutti i dati saranno utilizzati dalla grande F blu, un po’ a suo piacimento.
È molto evidente che se utilizziamo un iPhone, iMessage non ci sarà d’intralcio nel proteggere le nostre informazioni personali. Allo stesso modo Telegram, cugino quasi coetaneo di Signal, protegge parecchio i dati scambiati tra gli utenti. Da la possibilità di sfruttare il servizio di messaggistica creando campagne di web marketing attraverso i canali che possono contenere fino a 200.000 utenti. Si possono fare trasmissioni in diretta, videochiamate, audio, trasmissioni di file, ecc.
Ognuno di noi può liberamente scegliere se contribuire all’arricchimento dei colossi e donare loro tutte le informazioni che desiderano, oppure proteggersi.